ESP Dipartimento d’Eccellenza 2023-2027
Negli ultimi giorni dello scorso anno la commissione dell’ANVUR ha pubblicato l’elenco dei 180 Dipartimenti di Eccellenza per il quinquennio 2023-2027, e il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (ESP) era uno di questi. Ma come si è arrivati a questo punto, e quale sarà l’impatto per il Dipartimento? Ne abbiamo discusso con il Direttore di ESP, Alessandro Olper:
- Direttore buongiorno. Innanzitutto, quali sono stati gli elementi, e le tappe, che hanno portato al raggiungimento di questo importante obiettivo?
I fattori che hanno contribuito a questo successo sono diversi. Il primo risiede nella mission stessa di ESP: siamo un Dipartimento relativamente giovane, che nasce nel 2017, ma che al contempo è altamente multidisciplinare, con tantissimi settori rappresentati (dall’ecologia alla chimica, dalla biologia all’economia ambientale, dall’agronomia alla matematica). ESP nasce infatti con l’obiettivo di approfondire gli studi scientifici su un macro-argomento ben preciso, che è la sostenibilità ambientale, e questo ha fatto sì che con la costituzione e il successivo sviluppo del Dipartimento siamo riusciti a reclutare docenti e ricercatori molto competenti, che facevano e fanno ricerca di qualità su questa tematica. Ciò è stato confermato dai risultati della VQR 2015-2019, che hanno certificato la qualità della ricerca svolta in ESP, permettendoci di partecipare al Bando per i Dipartimenti d’Eccellenza.
Il punteggio massimo ottenuto dalla VQR ci ha quindi permesso di affrontare le selezioni successive da una posizione, possiamo dire, privilegiata rispetto ai 350 Dipartimenti universitari di tutta Italia che sono stati ammessi al Bando. In questo contesto è importante sottolineare il contributo fondamentale dell’Università degli Studi di Milano, che ha sviluppato e messo a disposizione dei Dipartimenti un algoritmo in grado di facilitare la selezione dei lavori e dei prodotti di ricerca migliori, sulla base dei criteri VQR. Non è un caso, infatti, che UniMi sia la prima Università in Italia per numero di Dipartimenti (13) che hanno vinto il Bando.
- A questo punto è stato poi presentato un progetto, che vedrà impegnato ESP nei prossimi anni.
Esatto, e anche in questo caso la valutazione che abbiamo ricevuto è stata molto buona. Si tratta di un progetto che ruota fondamentalmente intorno a tre concetti chiave: cambiamenti climatici, biodiversità e sistema agroalimentare. L’obiettivo è quello di sviluppare nuova ricerca scientifica interdisciplinare per capire come incrementare la produzione sostenibile di cibo, rallentando la perdita di biodiversità (un elemento purtroppo fortemente legato alla produzione agricola) e, parallelamente, sviluppando nuove strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
- Cosa significa questo traguardo, anche a livello pratico, per un Dipartimento relativamente giovane come ESP?
Quello che abbiamo presentato, e che è stato approvato con un finanziamento di circa 8 milioni di euro distribuiti nei prossimi 5 anni, è un progetto non solo di ricerca, ma anche – soprattutto – di sviluppo del Dipartimento. In primo luogo, quindi, ci permetterà di reclutare giovani ricercatori e ricercatrici che vogliono focalizzare il loro lavoro su queste tematiche. Inoltre, investiremo una parte importante del budget a disposizione (circa 3 milioni di euro) in nuove strumentazioni e infrastrutture per fare ricerca d’avanguardia applicata, finalizzata allo studio della sostenibilità ambientale. Tra queste, ad esempio, una nuova piattaforma informatica per l’integrazione di dati e strumenti di analisi, che ci permetterà di sviluppare modelli di analisi in grado di simulare – a livello locale, italiano ed europeo – l’impatto di scenari climatici alternativi sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale della produzione di cibo.
Infine, questo progetto ci permetterà di incrementare ulteriormente l’interdisciplinarietà del nostro Dipartimento, formando in tal senso dei giovani ricercatori che fin dall’inizio della loro carriera impareranno ad interagire tra di loro. È infatti importante comprendere da subito i linguaggi delle altre aree disciplinari, interagendo con colleghi e colleghe che si occupano di tematiche solo apparentemente distanti dal proprio interesse di ricerca: avremo quindi diverse borse di dottorato e assegni per giovani ricercatori, che saranno impegnate nei vari work package del progetto in modo da realizzare una coesa rete interdisciplinare.
- A prescindere dalla designazione di Dipartimento di Eccellenza, quali sono i prossimi obiettivi di ESP?
La scommessa dei prossimi anni è quella di avvicinarci a chi ormai già da tempo si occupa in maniera interdisciplinare di sostenibilità ambientale. L’aspetto positivo è che per trovare dipartimenti di confronto per valutare le nostre performance future spesso siamo stati costretti a riferirci a realtà negli Stati Uniti, per esempio Standford, in quanto in Italia e in Europa non è così frequente trovare Dipartimenti universitari che fanno ricerca interdisciplinare su biodiversità, cambiamenti climatici e produzioni alimentari. Non è naturalmente una sfida semplice (perché negli Stati Uniti i fondi di ricerca, il sistema di reclutamento e soprattutto il livello di competizione tra Dipartimenti universitari è molto avanzato, nel bene e nel male, rispetto all’Italia) ma, anche grazie al riconoscimento di Dipartimento di Eccellenza, abbiamo tutte le carte per giocarci questa partita.